TreeDream

Movimento culturale per la rinascita
dell'olivicoltura d'alta quota italiana

Oliveti d'alta quota

NEWS

NOTA: diverse foto e link sono state riportate da OlioOfficina.it con l'autorizzazione del direttore Luigi Caricato.

1 marzo 2024

Premiata una nuova iniziativa di Flavio Lenardon, in sostegno dell’olivicoltura italiana

Venerdì 1 marzo 2024, nell’ambito della tredicesima edizione di Olio Officina Festival, si terrà una premiazione che riguarda anche il fondatore di TreeDream.
Flavio Lenardon ha infatti contribuito al progetto “RINASCITA”, per proporre in modo efficace l’olio dell’oleificio Congedi di Ugento in Salento, derivante da cultivar nuove che hanno sostituito quelle secolari devastate dalla Xylella.
Il risultato creativo del progetto è una bottiglia - prodotta da Ceramiche Benegiamo a Cutrofiano (LE) - che ha ottenuto il premio Forme Oro nella categoria Oli Gourmet nel concorso FORME DELL’OLIO 2024, e il Premio speciale Miglior Concept.


Logo Premio FORME ORO e fotografia della bottiglia del progetto Rinascita

Ecco il link con i nomi delle aziende che si sono imposte all’attenzione della giuria dell’undicesima edizione del concorso di design e packaging indetto da Olio Officina.
Nell’edizione speciale di OOF INTERNATIONAL MAGAZINE del marzo 2023, riguardo al concorso “Forme dell’Olio” ideato e promosso da Luigi Caricato, si rileva come il concorso abbia contribuito a “innescare un processo di rinascita e di riqualificazione del settore” del packaging e design, animandolo di nuove visioni” (pag. 7).
Ciò che serve davvero è dare un nuovo aspetto ai contenitori che accoglieranno l’olio xtravergine di oliva, che siano questi bottiglie di vetro, orci in ceramica, latte o bag in box, anche perché altrimenti si rimarrebbe statici, senza che vi siano impulsi concreti per restituire un nuovo volto a un prodotto dalla storia millenaria.” (pag. 9).
La bottiglia di ceramica premiata è stata smaltata su indicazioni del maestro Giovanni Russo, maestro pittore e scultore, salentino.
L’idea di Flavio Lenardon è stata quella di “far creare” un oggetto iconico ispirato alla Rinascita di una regione, la Puglia nella zona del Salento che ha subito una catastrofe inimmaginabile. “L’arrivo della Xylella ha reso infatti un’intera pianura che per secoli era un mare verde-argentato, in una landa desolata piena di scheletri di legno, alberi secolari devastati, rinsecchiti, agonizzanti, attorcigliati, morti! Con questa “clessidra“ si vorrebbe dare un contributo alla speranza di una Rinascita, la speranza di una ripresa non solo economica, la speranza di una pacificazione tra l’uomo e gli elementi. Il motivo unificante del progetto è infatti concorrere ancora a riunire spirito, anima, corpo ed elementi naturali, nell’ordine del creato che vede la persona umana come centro focale degli elementi.”
Queste riflessioni si accordano con quanto espresso nel MANIFESTO PER UN DESIGN OLEARIO ETICO E SOSTENIBILE (si veda in particolare il punto 3 che ricorda i valori “immateriali” che devono essere trasmessi dal design).


MANIFESTO PER UN DESIGN OLEARIO ETICO E SOSTENIBILE

Riportiamo i primi tre punti del MANIFESTO, redatto dal direttore di Olio Officina, Luigi Caricato, insieme con il designer Mauro Olivieri e il creative director Antonio Mele.
1. Il mondo dell’olio è un comparto che ha necessità di rinnovarsi. Tale spinta propulsiva deve essere avvertita come esigenza improcrastinabile.
2. Si tratta di concepire nuove e originali formule espressive, cercando, per quanto possibile, di offrire una identità esclusiva, non imitando design di altri prodotti ma creando una narrazione nuova unica ed esclusiva, che racconti l’olio extra vergine di oliva, i suoi derivati e affini.
3. L’olio è un bene materiale e nel contempo immateriale, ed è proprio su quest’ultimo aspetto, non da tutti percepito come valore, che il solo design, per il suo approccio olistico, può offrire e rendere evidente in tutta la sua concretezza e fruibilità la vera natura dell’olio e il suo trasferimento culturale.
da OlioOfficina.it, pubblicato il 17 aprile 2023

Cosa sarà della prossima olivagione?

da OlioOfficina.it, pubblicato il 25 luglio 2023

A Villanova d’Albenga, il 24 luglio 2023, Flavio Lenardon si è incontrato con l’amico Giulio Anfosso in un momento di relax, per capire come si sta comportando il comparto olivicolo della riviera ligure nella zona tra ponente savonese e levante imperiese. I dati non sono molto confortanti, ma si fa conto sulle meravigliose individualità dei piccoli produttori per far fronte a una crisi purtroppo annunciata. Treedream continua nella sua opera di divulgazione. Olivicoltura eroica è anche contatto con la natura e valore di quanto l’uomo può fare per entrare in sintonia con essa, traendone tutti i benefici e donando stabilità ad un territorio fragile.


Giulio Anfosso e Flavio Lenardon – 24 luglio 2023

Credere nel valore del luogo e dell’identità

da OlioOfficina.it, pubblicato il 28 giugno 2023


Salvaguardare i territori olivicoli estremi non è facile, né tantomeno economico. I rischi e le insidie non solo ci sono, ma sono anche grandi. È facile intuire perché, quando ci rivolgiamo a questa particolare tipologia di olivicoltura, la definiamo eroica. Nel 2012 nasce, dall’impegno di Flavio Lenardon e Giuseppe Stagnitto, il movimento culturale TreeDream. (...)
Non è facile salvaguardare i territori olivicoli estremi, per questo Flavio Lenardon e Giuseppe Stagnitto, di TreeDream, sostengono ormai sin dal 2012, proprio quando ebbe inizio il grande evento di Olio Officina Festival, alla sua prima edizione, che occorrono “imprese a responsabilità politica e civile, perché solo questo potrà salvare l’olivicoltura di collina e di montagna”. (...)
Lenardon e Stagnitto hanno tante volte sostenuto che “la grande comunicazione non ha mai recepito che l’olio di montagna, specie quello ottenuto da zone ai limiti stessi della fruttificazione, sia meritevole di essere considerato in una categoria a sé stante. Occore che ci sia questa presa d’atto.”
Proprio per queste ragioni il caso dell’olivicoltura d’alta quota – sostengono Lenardon e Stagnitto – non va assimilato alle agricolture non remunerative che vanno giustamente sostenute dallo Stato per l’utilità sociale che ne deriva; al contrario, in questo caso, è oggettivo e scientifico che l’olio d’alta quota, proprio quello tratto dagli oliveti in via d’abbandono, ha un peculiare profilo chimico e sensoriale che lo rende degno di essere classificato come una categoria a sé stante. Aderendo ai principi di TreeDream – concludono Lenardon e Stagnitto – contribuiremo ad evitare una duplice estinzione culturale e colturale. Faremmo così ancora in tempo a salvare meravigliosi territori e, probabilmente, diminuendo i disastri delle frane e delle alluvioni (essendo il sistema dei terrazzamenti la salvaguardia della salute idrogeologica) salveremmo anche vite umane”.

29 maggio 2023

Premiato il Taggialto, olio prodotto grazie al contributo degli aderenti ai principi di TreeDream

Il giorno 29 maggio 2023, l’olio extravergine Taggialto (l’invenzione di Flavio Lenardon, per contribuire alla rinascita dell’olivicoltura d’alta quota italiana) è stato premiato con il BICCHIERE DI BRONZO nella categoria Fruttato Leggero del premio MIOOA 2023 (Milan International Olive Oil Award) .
Per regolamento del concorso, le sedute di assaggio non vengono svolte solo dagli esperti del Panel test – nell’ anno 2023 condotte da quello dell’Università di Bologna – ma da figure appartenenti a più settori. Gli oli selezionati attraverso i contest del MIOOA vengono di volta in volta valorizzati, sia entrando a far parte del volume Il grande libro dell’olio, sia in altre pubblicazioni di Olio Officina.


29 maggio 2023 - Giuseppe Stagnitto ritira il premio di Flavio Lenardon

Giuseppe Stagnitto, portavoce del movimeno culturale, ha ritirato il premio di Flavio Lenardon, che non aveva potuto presenziare alla premiazione. Consegnando il premio il direttore Luigi Caricato ha ricordato che il movimento culturale TreeDream opera per la rinascita dell’olivicoltura d’alta quota italiana. Stagnitto, essendo ingegnere, ha raccontato di essere stato affascinato dalla tenacia dei contadini che erano riusciti a terrazzare intere montagne.
Nella varie edizioni di OliOfficina si è insistito sul fatto che il sistema dei terrazzamenti proteggerebbe il territorio a costo zero, qualora venisse valutata la specificità dell’olio prodotto dalle olive cresciute in quota. Sono condizioni difficili o addirittura “estreme”.
Luigi Caricato è pacificamente riconosciuto come il “pioniere” di questa valorizzazione, che se apprezzata porterebbe a vantaggi ambientali e sociali.

L’opera dell’uomo come visione di progresso in armonia con la natura: OOF 4 marzo 2023

da OlioOfficina Video

Cosa significa e cosa comporta coltivare l’olivo in aree estreme? È possibile un approccio contemporaneo al modo di produrre olive in areali complessi rafforzando la propria coscienza ecologica.


4 marzo 2023 – Intervento ad Olio Officina Festival 2023

Interventi di:
Flavio Lenardon e Giuseppe Stagnitto: Movimento TreeDream
Giulio Anfosso: Frantoio Baglietto e Secco
Gianfranco Ghiglione: Frantoio Ghiglione
Era presente anche Gabriele Reverberi (Università di Genova) che ha presentato un esoscheletro per agevolare il lavoro degli olivicoltori.
Link al video degli interventi su OlioOfficina Video. Segue sintesi degli interventi.

Luigi Caricato: Il coinvolgimento in olivicoltura delle nuove generazioni necessita anche di un tessuto culturale che ridia il meritato status sociale al lavoro del contadino. Attualmente, purtroppo, la testimonianza amara è l’abbandono di molti oliveti.


Stagnitto mostra il libro di Caricato ove è coniato il termine “Extravergini d’alta quota”

Giuseppe Stagnitto: Io sono cresciuto estraneo al mondo dell’olivicoltura (sono ingegnere strutturista e docente universitario) ma credo di appartenere lo stesso alla “cultura” contadina.
Insieme a Flavio Lenardon portiamo la testimonianza di un fermento culturale che punta al rilancio dell’olivicoltura d’alta quota italiana. TreeDream, il nostro movimento culturale, vorrebbe motivare - con considerazioni di valore attuale - lo sforzo eroico di certi olivicoltori: ricordiamo che Luigi Caricato ha assegnato un premio all’olivicoltura “eroica” che si mantiene nel rispetto di una tradizione.
L’essenza del nostro messaggio è questa: l’olio d’alta quota è degno di appartenere ad una categoria a sé stante: se percepito per il suo reale valore può ripagare la cura per il territorio nel quale è prodotto.


Esempio di studi: intorno ai 350-400 metri si ha il fenomeno del “viraggio” di alcuni parametri

Noi diciamo, infatti, che l’olivo ad una certa quota “si paga il suo vaso”. Il movimento culturale TreeDream è, come noto, il frutto dell’intuito morale di Flavio Lenardon.


Flavio Lenardon: servono persone amanti delle proprie radici

Flavio Lenardon: Il nostro sogno è quello di tornare a rivedere i “giardini” nelle terre in quota, nelle varie fasce dei terrazzamenti che vanno dal mare alla montagna. La costruzione e la cura sono state continue per quasi un millennio; purtroppo in questi ultimi cinquanta anni il degrado del sistema dei terrazzamenti è stato notevole.
Dobbiamo ridare fiducia alle persone. Il simbolo del nostro movimento è una mano che sostiene una pianta di olivo: noi proteggiamo l’olivo e l’olivo protegge noi.
Sono insieme con noi, quest’anno due frantoiani che sono anche olivicoltori in zone impervie, due persone “amanti delle proprie radici”. Sono manutentori di un patrimonio comune e praticano la “sostenibilità ambientale” da sempre, prima ancora che questa parola venisse coniata: la sostenibilità è il loro impegno morale. Giulio Anfosso e Gianfranco Ghiglione hanno una “visione totale” dei problemi di cui stiamo trattando e la loro è, pertanto, una testimonianza preziosa.


Giulio Anfosso

Giulio Anfosso: La mia è l’esperienza di un frantoiano del Ponente Ligure che conosce, in prima persona, tutte le fatiche e le difficoltà di cui si è parlato.
Oltre a questo, l’anno scorso abbiamo avuto la devastazione di un grande incendio che ha distrutto ettari di oliveti.
La cura dei terrazzi è impegnativa; i muretti sono distrutti anche dai cinghiali.
La nostra, nel Savonese, è una realtà un po’ diversa da quella dell’Imperiese. Nella nostra zona, per molti, l’olivicoltura non è l’attività prevalente (essendo più sviluppata l’orticoltura): da secoli gli oliveti fanno “da corona” alla nostra pianura. In diversi casi, l’olio è prodotto soprattutto per il consumo della famiglia.
Le cultivar ad alta quota sono ancora quelle dei nostri avi, scelte per le loro specifiche caratteristiche.


Gianfranco Ghiglione

Gianfranco Ghiglione: La nostra olivicoltura, nell’imperiese, è olivicoltura estrema un po’ ovunque perché i nostri terreni sono tutti impervi e difficili da coltivare. Nell’imperiese vi è una situazione di monocultivar.
Secondo le condizioni climatiche la produzione è differente nella varie zone (quota mare, mezza collina, altura). Dall’olivicoltura d’altura si ottiene un olio caratteristico, molto profumato, dal gusto più persistente. Il lavoro in altura è più pesante (tanto è vero che sono gli oliveti di montagna i primi ad essere abbandonati) ma, in compenso, l’olio d’altura ha un valore aggiunto.
Da noi i giovani si occupano di olivicoltura: assistiamo al fenomeno di giovani che ritornano al lavoro della campagna, che vogliono coltivare nell’attuale ottica di sostenibilità, evitando inquinamenti ambientali (ad esempio, seguendo la pratica di sfalciare, invece di usare diserbanti) e con la volontà di conservare il tesoro che i nostri avi ci hanno lasciato.
Il territorio conserva opere che sono dei veri capolavori di ingegneria idraulica: mi riferisco a canali sotterranei per condurre via l’acqua in eccesso.
Oggi il problema è, all’opposto, quello della siccità che però dà meno problemi in montagna perché l’ambiente è più fresco e l’oliva matura più tardi e quindi può ricevere le piogge autunnali prima della piena maturazione.

Intervista a Giuseppe Stagnitto, da OlioOfficina Video
Sintesi dell'intervista: Ricostruire le comunità che hanno perduto il proprio senso identitario
Il movimento cultruale TreeDream è nato anche con lo scopo di ricostruire una comunità che aveva perduto il senso della propria identità. L’olivicoltura d’alta quota ha un valore sociale perché mantiene in salute un territorio, vale a dire una natura sulla quale ha agito l’opera ordinatrice dell’uomo. Dal professor Salvatore Camposeo, proprio qui ad Olio Officina, abbiamo appreso il termine “effetto altitudine”. Far percepire il valore distintivo dell’olio prodotto in alta quota permetterebbe la prosecuzione di questa impresa millenaria, così che, a costo zero per lo stato, sarebbe mantenuta la salute idrogeologica di intere regioni.

Intervista a Flavio Lenardon, da OlioOfficina Video
Sintesi dell'intervista: Un movimento culturale contro l’abbandono dei territori ad alta quota
TreeDream è ospite da sempre ad Olio Officina Festival. Tra i suoi fini vi è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema dell’abbandono degli oliveti d’alta quota italiani. Ci sembra che l’idea di TreeDream sia stata raccolta da alcune persone che hanno cominciato a “guardare con occhi nuovi” (come ci siamo espressi diversi anni fa) queste terre che sembravano inesorabilmente destinate all’abbandono. Adempire all’obbligo morale di manternere una tradizione millenaria coincide oggi con le esigenze della cosiddetta sostenibilità.

Intervista a Giulio Anfosso, da OlioOfficina Video
Sintesi dell'intervista: L’olio ad alta quota si differenzia per i suoi tratti analitici e organolettici
E’ ragionevole pensare che l’olio d’alta quota si distacchi, sia dal punto di vista analitico sia dal punto di vista organolettico da altri oli perché le olive che si ottengono in quota nascono da piante in particolari condizioni ambientali. La ripresa della coltivazione è faticosa perché si deve partire da piante molto trascurate e si devono ripristinare terrazzi in cattive condizioni.


Giulio Anfosso

Intervista a Gianfranco Ghiglione, da OlioOfficina Video
Sintesi dell'intervista: E’ difficile coltivare in alta quota, ma l'olio che si ricava è più aromatico
In altura cambia il modo di coltivazione. A differenza di quanto è avvenuto per le attività del frantoio (che sono state modernizzate con notevole vantaggio dalla moderna tecnologia), la meccanizzazione ha giovato pochissimo alla coltivazione in montagna, che resta faticosa e difficile. L’olio che si ottiene in alta quota è però più aromatico, e per questo motivo è razionale e giustificata la tendenza a riprendere la coltivazione d’altura


Gianfranco Ghiglione

Dialoghi sulla sostenibilità - L’OLEOTECA di Olio Officina presso il SIMEI 2022 (17.11.22)

Nell’ambito del SIMEI 2022 OlioOfficina, presente con un proprio spazio denominato L’OLEOTECA di Olio Officina – ha organizzato un breve incontro dal titolo Dialoghi sulla sostenibilità. Ecco il link al video, che riporta anche l’interessanre testimonianza di Alberto Fachechi che, con il progetto Le Officinali del Salento, ha prodotto - dalla pianta di lentisco - un olio dalle caratteristiche uniche.


Stagnitto, Fachechi, Caricato e Lenardon a SIMEI 2022

Sintesi dell’intervento di TreeDream:
Il libro di Luigi Caricato dal titolo Extravergini d’alta quota (2005) è dedicato al tema di differenziare l’olio prodotto in altura, perché degno di essere classificato in una categoria a sé stante.
Partendo da questa constatazione oggettiva, l’idea di TreeDream deriva da un intuito morale: quello di ricreare la comunità che viveva dei terrazzi. Flavio Lenardon ha ricevuto il dono di vedere valore in territori dove il valore sembrava esiliato.
La visione dello stato di abbandono dei terrazzi era diventata per me [Flavio Lenardon] una spina nel cuore. Gli olivicoltori con terre in altura avevano perso la speranza. Noi abbiamo fatto diversi incontri, cercando di riaccendere la speranza. Erano terre che avevano ricevuto dai loro padri e vederle abbandonate faceva loro male il cuore.
Bene ha fatto il direttore Luigi Caricato a condividere la testimonianza di TreeDream con quella di un testimone del Salento: anche Alberto Fachechi – con la sua encomiabile iniziativa - ha visto un valore dove tutti vedevano solo abbandono.
In un’ottica meramente produttiva in senso quantitativo, l’olivicoltura d’alta quota sarebbe stata infatti da abbandonare ed era questa, in effetti, l’opinione comune.
Ma la specificità dell’olio d’altra quota giustifica la ripresa di queste difficili coltivazioni: l’oliva d’alta quota ha in comune con le altre olive la nobilissima sostanza grassa che costituisce l’olio ma ha, in più, centinaia di sostanze che si producono quando la pianta cresce in condizioni di stress: le componenti che proteggono la pianta sono quelle che hanno, anche per noi, caratteristiche antiossidanti, antiinfiammatorie ecc.
Ripensando a quanto fatto, noi di TreeDream abbiamo avuto la necessità di parlare molto e anche scrivere molto ...

Intervista a Giuseppe Stagnitto: c’è un forte bisogno di salvaguardare la cultura locale
Docente dell’Università di Pavia e fondatore del movimento culturale TreeDream insieme con Flavio Lenardon, è da sempre sensibile al valore della cultura contadina. A seguito della grande sofferenza scaturita dall’abbandono dei territori rurali in Liguria, è nata l'esigenza di valorizzare un'area così orograficamente così difficile e impervia.
Ecco il link all’intervista a Giuseppe Stagnitto sull’olivicoltura eroica, nel corso della ventinovesima edizione del Simei, all'interno dello spazio di Olio Officina Anteprima.


Perché la Ragione non torna a sorridere? (Shakespeare)

Sintesi dell'intervista.
Stagnitto viene da un ambiente di cultura contadina. Lenardon gli ha trasmesso la sofferenza dell’abbandono di un territorio. Territorio è unione di cultura e natura: se crollasse il sistema dei terrazzamenti la natura troverebbe un suo nuovo equilibrio che sconvolgerebbe però la vita dell’uomo. Salvare una coltivazione che è degna di differenziazione coincide quindi con il salvare una “cultura”. Molti valori si sono meglio conservati nella cultura contadina: il motivo fondamentale è che, nell’ambiente contadino, la lotta e la fatica sono soprattutto “contro la natura”, nel senso contro le “difficoltà naturali”, non è un lotta contro la malizia degli uomini. Il contadino concepisce la competizione o la lotta contro un altro uomo come di ordine inferiore, indegna del suo vero interesse. Di qui l’aspetto nobiliare del suo comportamento.
Si domandava Shakespeare, nell’Enrico V: “Perché la Ragione, cara nutrice di tutte le arti, non dovrebbe tornare a sorridere in questo splendido giardino del mondo”?

Intervista a Flavio Lenardon: il progetto di TreeDream per dare identità a luoghi e persone
Alla ventinovesima edizione del Simei, lo spazio dedicato a Olio Officina Anteprima ha accolto il presidente di un importante progetto. Coltivare ulivi ad alta quota significa doversi confrontare con una serie di problematiche di natura territoriale così come dal taglio economico. L’iniziativa, nata nel 2009 in Liguria, porta con sé l’obiettivo di valorizzare questi territori impervi, sia da un punto di vista paesaggistico, ma anche culturale e sociale.
Ecco il link all’intervista a Flavio Lenardon sull’olivicoltura eroica, nel corso della ventinovesima edizione del Simei, all'interno dello spazio di Olio Officina Anteprima.


La rinascita di una coscienza di territorio

Sintesi dell'intervista.
Il direttore Caricato ha ricordato la fatica della coltivazione degli olivi ad alta quota che si riflette nell’abbandono di molte terre. I piccoli frantoiani e gli olivicoltori che non si sono arresi “presidiano” ancora il territorio, tutelandolo e proteggendolo.
Flavio Lenardon, ha sottolineato l’importanza del sistema dei terrazzamenti per la tenuta idrogeologica dell’ambiente collinare e montano.
TreeDream ha voluto contribuire alla rinascita di una “coscienza di territorio e di popolazione” risvegliando consapevolezza di identità che riguarda appunto luoghi e persone.
L’attuale sensibilità verso la cosiddetta “sostenibilità” rende più comprensibile il nostro messaggio. E’ una proposta realistica perché il recupero di oliveti in quota – grazie alla valorizzazione della specificità dell’olio che se ne trae - mette in moto i meccanismi economici necessari.

Visita di Flavio Lenardon alla redazione di Olio Officina (20 settembre 2022)

da OlioOfficina.it

L’OLIO CI FA INTRAPRENDERE VIAGGI VERSO UN MONDO MIGLIORE
Oggi è venuto a trovarci in redazione Flavio Lenardon, presidente del movimento culturale TreeDream, impegnato nel valorizzare gli oli d’alta quota dalla Liguria, dove vive, in giù. Vi invitiamo a credere nel progetto dell’olivicoltura eroica e di rilanciarlo in ogni dove, perché fare agricoltura in situazioni orografiche impervie non è facile, comporta tanta fatica e soprattutto tanti rischi. Ecco allora in foto Lenardon con il nostro direttore Luigi Caricato. Tra le mani il volume È l’olio, bellezza, edito da Olio Officina, di cui è autore Giorgio Barbaria. Molto eloquente il sottotitolo Viaggio letterario nelle culture dell’ulivo.


Flavio Lenardon e Luigi Caricato con il libro di Giorgio Barbaria

La Bellezza abita le nostre terre: OOF 18 marzo 222

da OlioOfficina Video

La testimonianza di giovani olivicoltori aderenti ai principi di TreeDream per la rinascita dell’olivicoltura d’alta quota italiana. “Un modo di essere e di sentire che sta ora coinvolgendo tutti i territori in cui l’olivicoltura diventa eroica e partecipativa” (Luigi Caricato).

Ecco i tre link dell'intervento: link1 link2 link3


“Io ogni anno ospito il progetto TreeDream perchè sono utili queste testimonianze”, Luigi Caricato

Sono presenti due giovani olivicoltori liguri, Patrick Reichstein e Manuel Rabai, rappresentanti del nucleo giovanile del movimento culturale. La loro testimonianza riguarderà i valori che ispirano il loro coraggioso lavoro. Sono quei valori che Luigi Caricato cita nel programma di OOF 2022: “sostenibilità, etica, bellezza, amore per la tradizione”.


“La mia storia: per me la campagna è sempre stata un’idea di bellezza”, Patrick Reichstein

Patrick Reichstain: Buongiorno a tutti. Ringrazio per questo splendido palco di Olio Officina che mi dà l’opportunità di portare la mia testimonianza.
Provo a raccontare la mia storia: per me la campagna è sempre stata un’idea di bellezza. Mi attraeva il pensiero dell’aria aperta; invece di altri tipi di svago mi piaceva andare in giro per le “fasce” ed esplorare il nostro territorio.
Infatti, fin da bambino, ho “stressato” mio papà per chiedere una campagna ove poter coltivare qualcosa. Da questa passione è poi nato un lavoro.
Vi sono campagne, soprattutto ad alta quota (cioè quelle campagne di cui si interessa in particolare il movimento culturale TreeDream), in stato pietoso, sommerse dai rovi e da tutta la vegetazione naturale. Noi andiamo a recuperare queste campagne.


“Abbandonare i nostri oliveti mi avrebbe fatto male al cuore”, Manuel Rabai

Manuel Rabai: La mia realtà è simile a quella di Patrick. I miei vecchi avevano sempre mantenute in buon ordine certe campagne in luoghi di difficile coltivazione ed io mi sono sentito in dovere di mantenere queste campagne (mi avrebbe fatto male il cuore abbandonarle), prima per sola passione e a poco a poco la passione è diventata il mio lavoro. Nonostante queste difficoltà noi ci teniamo tantissimo al nostro territorio. Secondo me è importante sensibilizzare le persone (come ha sempre fatto e sta facendo Luigi Caricato che ringraziamo) perché comprendano l’importanza di mantenere queste piante e il sistema dei muretti a secco.


“Valorizzare il territorio è valorizzare noi stessi”, Manuel Rabai

L’articolo con trascrizione degli interventi è su OlioOfficina.it, pubblicato il 4 aprile 2022
LA BELLEZZA ABITA LE NOSTRE TERRE. VOCE ALL’OLIVICOLTURA EROICA
All’undicesima edizione di Olio Officina Festival si è parlato di un progetto importante: l’olivicoltura d’alta quota secondo il movimento culturale TreeDream. Nel corso dell’evento, a cura delle figure che credono in questo lavoro e lo coltivano ogni giorno, è stato affrontato il tema dell’olio etico e cosa significa questo prodotto per il Ponente ligure e per tutti gli altri territori estremi.
“Sono anni ormai che dalla Liguria si fa strada un movimento culturale e sociale che ha portato alla luce, mettendolo in evidenza, il valore materiale e immateriale della olivicoltura d’alta quota. Sostenibilità ed etica, bellezza e paesaggio sono i canoni cui si ispirano gli olivicoltori d’alta quota, un modo di essere e di sentire che sta ora coinvolgendo tutti i territori in cui l’olivicoltura diventa eroica e partecipativa”, Luigi Caricato.

Far rinascere la coscienza dell’identità

da OlioOfficina.it, pubblicato il 9 marzo 2021

Il principio base del nostro movimento culturale è “partire dal basso per andare verso l’alto”, senza necessità della cosiddetta “ricaduta sociale” operata dalla Stato: infatti il beneficio sociale è automatico in quanto la comunità, ricostruita su un “comune interesse morale e materiale” (come scriveva Adriano Olivetti) vi provvede da sé stessa.


Quasi pronti alla raccolta, anche in alta quota – 29 novembre 2020

da OlioOfficina.it, pubblicato il 29 novembre 2020

Camminando tra gli olivi in Liguria, per le ultime ricognizioni in attesa dell’olivagione. Il Covid ci sta piegando, è vero, ma la natura non si ferma e non si può certo rinunciare al suo corso. Siamo chiamati a impegnarci sempre, in prima persona. La natura pare cinica e ottusa, in tutto ciò, ma dona di fatto speranza, fiducia e gioia di rinascita.


Illustrazione di Doriano Strologo, tratta da Olio Officina Almanacco 2018, anno VI, numero 6 pag. 44.

La missione del nostro movimento culturale è la valorizzazione dell'olivicoltura dei territori montani di più difficile coltivazione: da questi olivi si ottiene un olio extravergine con superiore costo di produzione ma anche con un peculiare profilo chimico e sensoriale. Il progetto riunisce olivicoltori e piccoli frantoiani nella comune battaglia destinata a far leva sulla forza distintiva e caratterizzante degli oli d’alta quota italiani con le loro specifiche peculiarità.

Flavio Lenardon,
fondatore di TreeDream

"TreeDream guida una rivoluzione civile e silenziosa che merita ampio rispetto e attenzione"
Luigi Caricato.

Link al video (marzo 2012) in cui Flavio Lenardon spiega l'origine del logo di TreeDream e la missione del movimento culturale: una grande missione, quella di far rinascere l'olivicoltura d'alta quota, salvaguardando meravigliosi territori.

Logo di TreeDream, disegnato da Filippo Stoppa e realizzato come mosaico da Marzia Truant.